“Quale futuro? Una società con i tempi al femminile”- Anna Colaiacovo e Luigi Collevecchio

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Amazon.it: Quale futuro? Una società con i tempi al femminile - Colaiacovo, Anna, Collevecchio, Luigi - Libri

“E’ possibile una società con i tempi al femminile?” è la domanda che si pongono a principio di quarta di copertina Anna Colaiacovo e Luigi Collevecchio, autori del saggio “Quale futuro? Una società con i tempi al femminile”. Anna e Luigi sono entrambi membri de “Lo spazio di Sophia”, associazione culturale pescarese nata con l’intento di promuovere l’interesse nelle pratiche filosofiche, spazio di qualità e fiore all’occhiello del panorama abruzzese e nazionale.
Attraverso un excursus articolato in tre parti (I Tempi delle donne; Donne nel tempo; Quale futuro?) in cui la figura femminile viene esaminata da varie angolature nel corso dei secoli e dei tanti cambiamenti di costume che l’hanno riguardata, gli autori ci guidano gradualmente verso una nuova consapevolezza del valore donna percorrendo sentieri spesso accidentati per arrivare a un nuovo modo di concepire il rapporto tra i sessi esaminando dal punto di vista storico ma anche sociologico il  valore di parità in particolar modo in Italia  e nell’Unione Europea.

“Quale futuro? Una società con i tempi al femminile” è un saggio frutto di un certosino lavoro di squadra dei suoi ideatori attraverso l’idea di realizzare quest’opera a quattro mani, concepita in assoluta par condicio, a cominciare dall’equa e condivisa organizzazione testuale e scrittoria di autrice e autore.

Tante le tematiche contemporanee di spicco trattate. A cominciare da quella della  cogestione familiare di grande rilevanza anche con riferimento all’istituzione del ‘congedo di paternità’ per il margine di ampiezza che quest’ultimo, se correttamente esercitato, conferisce alla possibilità di far carriera a una donna. Un propulsore a torto non sempre sfruttato nelle piene potenzialità per potenziare la fertilità femminile, ultimamente in diminuzione esponenziale, di cui è spesso causa, e che potrebbe altresì e di gran lunga facilitare una paternità vissuta con maggior coinvolgimento e consapevolezza.

Anna e Luigi sottolineano ripetutamente come in Italia siamo sommersi da indicazioni in tal senso provenienti da direttive europee in maggioranza, però, mai o poco attuate.
Ciò a sprezzo dell’idea del congedo di paternità stesso che è in primis arricchimento per il lavoratore perché dà spazio a quello di flessibilità lavorativa con riferimento a orario e luogo di lavoro oltre a essere un ottimo veicolo per pubblicizzare l’indice di uguaglianza per l’azienda virtuosa che lo pratica in modo ottimale. Servendo, inoltre, elemento forse ancora più importante, a riportare “la maternità come compito e problema della collettività” (cit.).
Un altro spunto di approfondimento è di tipo culturale, incentrandosi sul di chi e sul di che cosa il padre accudente dovrebbe prendersi cura. E alla doverosa necessità di cambiare prospettiva e a non concepire un padre in regime di congedo   di paternità come a un ‘mammo’ tout court,  ripensando a quest’istituto come a un’opportunità per cambiare mentalità e per proiettarsi verso il futuro in modo più incisivo soprattutto da una prospettiva culturale più ampia.

Interessante anche  la trattazione nei capitoli IV e V della condizione delle lavoratrici in Italia ed Europa con riferimento esplicito al ‘tempo del lavoro’ fuori casa e dentro casa che continuano a pesare quasi completamente sulle loro spalle a prescindere dalla mansione lavorativa da esse ricoperta e dal fatto che ci si ponga alla base e/o ai vertici di una qualsiasi piramide professionale; di come molto della vita personale di una donna venga a essere influenzata dalle scelte/non scelte lavorative e da quelle familiari (maternità ma anche convivenza e plurimaternità). Con conseguenze gravissime e di impatto sulla società che si concretizzano in impegni familiari estremamente gravosi sistematicamente au feminin poco condivisi nel ménage come la maternità e la cura della casa e della prole perché affiancati da impegni professionali altrettanto onerosi.
Un’ultima riflessione quanto mai attuale si colloca nella contrapposizione a oggi ancora esistente tra il “tempo degli affetti e della cura” (già tristemente menzionato perché di assoluta o preponderante spettanza delle donne), il “tempo   del lavoro” e di gestione prettamente professionale e il “tempo dello svago” presente in misura assai marginale o addirittura spesso inesistente nella quotidianità delle donne occupate e non.

Pare quasi che il legislatore continui a considerare quest’ultima sfaccettatura di poco conto o, peggio, a non contemplare affatto la questione “tempo libero” a fronte del lavoro prestato fuori casa e in casa dalla lavoratrice trascurando deliberatamente come esso sia fondamentale per l’equilibrio psicofisico di ciascuno di noi. Invece di implementare una forma più “umana” (e, quindi, gestibile) di lavoro delle donne, che sia in presenza fisica o in smart working, magari spalmata su meno giornate settimanali di lavoro, che tanto potrebbe fare incentivando nel concreto, come già detto, il diritto alla genitorialità al femminile e a maschile ma anche al “ben-vivere” stesso di grande ricaduta sull’entourage familiare e/o lavorativo stesso.
Queste le proposte di lettura che Anna Colaiacovo e Luigi Collevecchio hanno deciso di sottoporre a tutti, addetti ai lavori e non, impegnati nel sociale ma anche semplicemente interessati a una problematica così stringente che meriterebbe, forse, una presa di posizione di tipo giuridico maggiormente convinta ed efficace in un’ottica della responsabilità che necessariamente coinvolga tutti noi.

“C’è un’opportunità storica che le donne non devono mancare: rimettere in discussione tutto il mondo al maschile con il relativo immaginario e simbolismo che ha guidato l’umanità per millenni.
(…) La società italiana, pronta e duttile quando si tratta di facilitare consumi, è lenta e dominata dalla paura quando deve ripensare i rapporti interpersonali ed elaborare il nuovo.

Abbiamo bisogno di nuovi modelli culturali e di leadership generative capace di far nascere e crescere persone e progetti.

Non si salva il paese mettendo le toppe al passato, ma progettando il nuovo, il futuro”.
È il mondo contemporaneo che tanto deve alle Donne a chiedercelo. Spetta a noi ascoltarlo con attenzione rinnovata e fare in modo di realizzare, e nella mentalità e nel concreto, questa rivoluzione copernicana che non è più il caso di rimandare oltre.

Lucia Guida

Anna Colaiacovo Luigi Collevecchio, Quale futuro? Una società cin i tempi al femminile, ISBN 9788893631280, € 18

- 07/11/2020

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