“Scimmietta”, il disagio esistenziale degli adolescenti. Intervista ad Antonello Taranto

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Antonio Taranto ha svolto l’attività di psichiatra per quarant’anni. Ha sempre praticato la disciplina dell’ascolto empatico e non giudicante. Così ha raccolto tante storie che, inizialmente, apparivano bizzarre, ma che, spesso, riuscivano a trovare un senso. Ora le storie tornano rimescolate ed elaborate dal suo iperuranio e diventano racconto. Scimmietta, edita da Nulla Die,  è la prima a comparire in forma di libro.

Scimmietta. Chi è?
   Una ragazza che, da madre natura, è stata dotata dei migliori talenti e delle migliori virtù che potesse desiderare. L’ambiente familiare, prima, e sociale, poi, non sono stati in grado di riconoscere le potenzialità di Scimmietta che è stata, quindi, costretta a costruire un progetto di vita da sola; improvvisando e senza potersi confrontare con validi adulti di riferimento.  Ha, perciò, combattuto contro l’immaturità dei genitori, l’inadeguatezza delle istituzioni, l’opportunismo dei pari e la decadenza sociale. Ha conosciuto tante persone e vissuto tante avventure. Ha conosciuto l’amore e la disillusione e poi… bisogna leggere la sua storia fino in fondo.
Si è ispirato a storie reali?
Scimmietta è un personaggio totalmente inventato, ispirato da tanti episodi veri raccolti dalle storie di quasi 3.000 pazienti conosciuti in 40 anni di professione. 
Quanto contano le reti sociali attorno ai giovanissimi?
Tantissimo. Mens sana in corpore sano in sana societate. Mi permetterei, alla fine della mia esperienza professionale, di integrare il motto di Giovenale perché la complessità del mondo in cui viviamo espone i giovani a un’infinità di stimoli e di idee. In tanta abbondanza quanti rischi si nascondono? Le reti sociali rappresentano il primo filtro di stimoli, le prime scelte di campo in cui crescere e autonomizzarsi rispetto alle famiglie di origine.
Come psichiatra e psicoterapeuta, ritiene che la narrazione possa avere un ruolo nel modo di affrontare l’esistenza?
La narrazione è come guardarsi allo specchio. Serve per osservarsi, riconoscersi e scegliere il profilo migliore da mostrare, il difetto da tenere in secondo piano e l’eventuale correzione da fare.
- 25/03/2022

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