La fata e la lupa. Intervista a Gerardo Rizzo

Gerardo Rizzo
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1) La fata e la lupa. Il tuo ultimo romanzo edito da Nulla die. Nomi evocativi, legati però a fenomeni puramente fisici. A cosa ti riferisci esattamente?
Lo stretto di Messina è un luogo particolare, unico sotto molti aspetti, anche per certi fenomeni meteorologici, come appunto la Fata Morgana e la Lupa di mare. Si tratta di due eventi particolari, diversi tra loro, ma che hanno in comune il fatto di causare una percezione errata della realtà. Metaforicamente, è quello che succede al protagonista, che indaga sulla sparizione di una persona, e si imbatte in una serie di situazioni che gli fanno apparire una realtà differente…
2) La città di Messina com’era un secolo fa e com’è oggi. Cosa metteresti in evidenza?
La mia città, che amo ovviamente, vive un momento di crisi, di spopolamento, che non si riesce ad arginare. E nei messinesi più attaccati alla città è rimasta l’idea della città preterremoto. Una città che nessuno ha visto direttamente, come è naturale, ma che è studiata, analizzata, idealmente ricostruita, e rappresenta l’ideale città che vorremmo vivere. Poi, magari, nella realtà quella città non era così perfetta come ce la immaginiamo, però rappresenta una sorta di rifugio affettivo. Mi piace metterne in evidenza la vivacità, la presenza di mercanti e imprenditori da tutta Italia e buona parte d’Europa, ma anche la varietà e la ricchezza di bellezze artistiche e monumentali.
3) Proponi eventi storici in forma di romanzo. Il genere piace?
Devo dire che i miei libri, che hanno tutti uno sfondo storico, hanno ricevuto lusinghieri apprezzamenti anche da chi non è strettamente “addetto ai lavori”. Forse perché il romanzo consente di proporre un’interpretazione degli eventi senza la necessità dell’aderenza ai documenti che invece il saggio storico richiede. Io cerco di essere quanto più possibile aderente ai documenti, ma col romanzo ci si può permettere senz’altro qualche licenza in più…
 
4) Chi sono i tuoi lettori?
Pensavo che avrei suscitato interesse solo nei siciliani, visto che la Sicilia è il teatro dei miei romanzi. In realtà la gente ha voglia di sentire, vedere, leggere storie. E poi la Sicilia è accattivante di suo…
5) In poche battute, il tuo rapporto con la Sicilia.
Come quello tra un padre e un figlio discolo: mi fa incazzare, ma non posso non amarla…
La fat
- 23/06/2022

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