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“Lo spazio torbido” il romanzo poliziesco di Simone Cozzi

Lo spazio torbido ĆØ un romanzo poliziesco ambientato nell’Italia fascista dei primi anni trenta. Al Delegato di polizia Vittorio Ripamonti, giĆ  protagonista del precedente romanzo di Simone Cozzi La pace inquieta, viene chiesto di indagare sul misterioso omicidio di un’ancora più impenetrabile vittima, il sedicente Giorgio Schmitz. L’appartenenza dell’opera al genere giallo, affiancato da un occhio attento per l’elemento storico, rende la narrazione intrigante e avvincente, ma ciò che più colpisce ĆØ il focus sulla caratterizzazione e in particolare sulla vita interiore del protagonista, uomo solitario e disincantato, in eterna lotta con la parte oscura della sua anima che vuole emergere violentemente, quello ā€œspazio torbidoā€ del titolo presente in ogni essere umano.

Ā«[…] Abbiamo tutti una zona grigia, nell’anima. C’è uno spazio torbido dove trovano terreno fertile i pensieri più inaccettabili. LƬ, celati e protetti nella penombra della morale, quei pensieri si nutrono, crescono e s’impadroniscono dell’individuo che li alberga: e lo trasformano, generando un mostro. Qualcuno li libera, altri riescono a trattenerliĀ».

Lo spazio torbido di Simone Cozzi ĆØ un romanzo giallo a sfondo storico ambientato tra Milano e Mandello del Lario nel 1933, in piena epoca fascista e negli anni dell’ascesa di Hitler. Il contesto ĆØ molto importante per introdurre il protagonista: nell’accurata descrizione del periodo fascista si inserisce infatti per contrasto il pensiero di Vittorio Ripamonti, uomo tormentato e solitario, che nonostante l’appartenenza al corpo di polizia devoto al Regime riesce a guardare oltre la propaganda, e a capire la falsitĆ  e l’illogicitĆ  del momento storico in cui fatica a vivere. Ripamonti ĆØ dilaniato tra il bisogno di contatto umano e la repulsione per la sua gente, ormai preda della massificazione del pensiero individuale; questa lotta interiore lo porta a isolarsi per poi tentare un approccio con l’esterno che immancabilmente lo delude, e lo fa chiudere di nuovo in sĆ© stesso: ā€œil confronto con le persone era solito procurargli un senso di oppressione insostenibileā€. Oltre a essere solo ĆØ anche un uomo profondamente sensibile, caratteristica essenziale per far bene il suo lavoro di investigatore ma che, come nell’omicidio su cui si trova a indagare, lo porterĆ  a immedesimarsi con il lato oscuro dell’assassino, a chiedersi incessantemente se si ha davvero una scelta quando lo spazio torbido presente nell’anima di ogni uomo emerge, e se ĆØ possibile ricacciarlo nel buio da dove ĆØ venuto o se ĆØ più semplice e appagante lasciarlo uscire. Con la sua umanitĆ  e le sue domande esistenziali, che sono poi quelle di ogni essere vivente, Vittorio Ripamonti entra nel cuore del lettore, e se anche la trama di Lo spazio torbido ĆØ trainata dalle acute indagini per l’omicidio dell’ambiguo dottore Giorgio Schmitz, ciò che più risalta e illumina la narrazione ĆØ la figura del Delegato di polizia tormentato dalle tante facce della natura umana. Egli vive con estremo dolore la manipolazione delle menti a opera del fascismo, la diffidenza e la violenza nei confronti del diverso, l’assenza del senso critico nel popolo e soprattutto il gusto perverso di far male, di distruggere vite innocenti: ā€œnon aveva voglia di smarrirsi di nuovo nello spazio torbido della mente umana, dove il dolore e la morte altrui trovavano la propria genesiā€. La bellezza dell’anima crepuscolare del protagonista sembra rispecchiarsi in una frase nelle ultime pagine del romanzo: ā€œpoche luci cercavano di combattere l’inevitabile buioā€, e non si può non ravvisare in quelle poche luci la figura di Ripamonti, ultimo baluardo di speranza in un mondo che sta andando in frantumi.

TRAMA. ƈ la vigilia del giorno di Sant’Ambrogio del 1933 e, per uno di quegli scherzi che solo il destino sa realizzare, il Delegato Ripamonti si ritrova nella propria cittĆ  natale pronta a celebrare la festa del santo patrono, esattamente nel momento in cui vorrebbe essere ovunque tranne che a Milano. Convocato dallo scorbutico Vice Questore Guido Leto, che ne apprezza le qualitĆ  investigative e la sua capacitĆ  di indagare senza suscitare inutile clamore, viene incaricato di risolvere il caso di un omicidio avvenuto all’interno del prestigioso hotel Principe di Savoia. Procedendo con la propria inchiesta fra Milano, incupita dalla dittatura fascista e trasfigurata dall’inverno, e l’ormai familiare Mandello del Lario, Ripamonti si troverĆ  a compiere un viaggio di esplorazione nella natura umana, costretto a confrontare i propri istinti con quelli dell’assassino, in una continua altalena fra l’opportunitĆ  di commettere il male e l’imperativo morale che lo ancora alla rettitudine.

BIOGRAFIA. Simone Cozzi ĆØ nato a Milano nel 1967. Dal 2011 al 2017 ha curato il blog Le cronache di Sigma. Nel 2014 ha preso parte al Cochonnerie-Labile Collettivo, con il quale ha pubblicato Fatti mangiare dall’amore. Con Panda Edizioni ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo La pace inquieta e nel 2016 Doppio Strato. Lo spazio torbido (2018) ĆØ il suo terzo romanzo

Titolo: Lo spazio torbido

Autore: Simone Cozzi

Genere: Romanzo poliziesco

Casa Editrice: Panda Edizioni

Pagine: 124

Codice ISBN: 9788893781251

Contatti

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Link di vendita

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