Jacopo Lavezzoli e il suo avvincente thriller

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L’Antico Mortale cattura l’attenzione del lettore, coinvolgendolo nell’avvincente narrazione che l’autore ha finemente costruito.

Jacopo Lavezzoli ci presenta L’Antico Mortale. Ci parli di lei come autore: Come autore mi ispiro al lavoro di Michael Crichton. Come lui, cerco di costruire trame avvincenti che veicolino messaggi scientifici e filosofici. Sono uno psicologo e ho anche una laurea in giurisprudenza; ho viaggiato molto e conosciuto persone provenienti da diversi contesti culturali. Uso le mie esperienze e i miei studi per sviluppare, in modo logico e coerente, trame di fantasia che muovono il primo passo da un presupposto dogmatico, del tipo cosa accadrebbe se? Cerco di offrire ai lettori la possibilità di affacciarsi su mondi che altrimenti non esisterebbero, fornendo emozioni che li avvincano alla trama, mentre il tema di fondo li spinge a riflettere sulla natura umana e la psiche.

Il suo libro è tratto da storie o avvenimenti realmente accaduti e poi resi un thriller? Il primo libro, Il Diario Segreto di Edgar Stone, si svolge in un ambiente molto ristretto, partorito dalla mia immaginazione, in esso vi sono nozioni scientifiche reali, ma ben pochi collegamenti con fatti di storia contemporanea. Il secondo libro, Cercando Amy, ha richiesto maggiori ricerche, si svolge in Colombia, dove ho descritto luoghi reali e ho inventato un cartello connesso con la malavita locale. Il terzo volume, L’Antico Mortale, è il libro con più legami con la realtà. Ho lavorato molto per intrecciare finzione e storia; personaggi immaginari collaborano con famosi scienziati, entrano in società segrete realmente esistite, si infiltrano nel campo di concentramento di Treblinka e molto altro.

La sua scrittura inizia da esperienze reali o è un percorso introspettivo? In fase di progettazione, sviluppo i personaggi dando vita a parti di me che avrebbero potuto esistere se avessi fatto scelte diverse, se avessi intrapreso determinate carriere. Altri personaggi si basano su persone che ho realmente incontrato. Quindi è presente un lavoro introspettivo e un’elaborazione di modelli mentali. Per la costruzione delle ambientazioni, opero maggiormente all’esterno, facendo ricerche e ispirandomi alla realtà. Per la trama, seguo un misto di intuizione e ferrea logica causale, il tutto suffragato da nozioni scientifiche. Per la scelta del tema, ovviamente scavo dentro me stesso, come dovrebbe fare ogni scrittore.

L’idea della trilogia è nata subito o si è sviluppata durante la scrittura? Si è sviluppata in corso d’opera. Il primo libro ha un’origine interessante: un caro amico mi aveva consigliato di leggere le opere di Lovecraft (un genere diverso da quello che leggo abitualmente), e queste mi hanno ispirato un’idea. Spesso si legge di un personaggio che ha trovato un diario, o lo ha ereditato, e ci viene descritto il contenuto attraverso il filtro emotivo del narratore. Io ho voluto creare un diario che potesse arrivare al lettore senza filtro. In origine ho scritto Il Diario Segreto di Edgar Stone, manualmente, su un vero diario rilegato in pelle, con l’intento di farne dono all’amico che mi aveva consigliato di leggere Lovecraft. Al termine del lavoro, ci siamo resi conto che il libro aveva le potenzialità per diventare qualcosa di più; così l’ho riscritto in formato digitale. Mentre realizzavo la seconda stesura, la mia mente ha preso a vagare in una serie di speculazioni che hanno dato vita agli altri due volumi.

Ha già delle date di presentazioni? Ce le indichi così i lettori sapranno dove trovarla: Purtroppo, al momento sono molto impegnato, non ho ancora fissato date, ma se riuscirò a organizzarne, posso dirvi che saranno dopo l’estate, probabilmente a Milano e Firenze.

- 15/04/2024

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