Giulio Natali con la sua scrittura limpida, spontanea e mai banale, prende per mano il lettore e lo aiuta a entrare in questa storia corale che offre degli stimolanti punti di riflessione, in un affresco di un paese che diventa lo specchio del nostro tempo, in un incastro di piccole perfidie e giochi di potere che si trasformano in farsa
Buongiorno sig. Natali e grazie di essere qui. Ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo Sotto il diluvio edito da Castelvecchi Editore. Come è nato questo progetto? Dopo che ho pubblicato un paio di raccolte di racconti, che hanno ottenuto un buon successo di critica (diversi premi letterari) e di pubblico, la finale al Premio Calvino del 2022 mi ha reso consapevole del fatto che potevo cimentarmi anche con i romanzi con risultati apprezzabili. La creatività come tutto si allena: più si prova a guardare il mondo da punti di vista non convenzionali, più nascono personaggi e storie. Così è venuto fuori Sotto il Diluvio
Sotto il diluvio edito da Castelvecchi ha degli elementi del giallo e non solo. Lo possiamo definire un romanzo corale per la presenza di più personaggi? Anche se sono presenti alcuni elementi del giallo, Sotto il diluvio non è un romanzo di genere. Ci sono alcune domande che nascono tra le pagine del libro, ma le risposte finali riguardano la società, cioè tutti noi. Non c’è un colpevole, dunque, o, forse, lo siamo tutti. Invece, è senza dubbio un racconto corale: al protagonista si affiancano almeno altri tre personaggi altrettanto importanti per formare quattro linee narrative che si intersecano tra loro.
Quanto dell’autore c’è nei personaggi? Ogni cosa che scrivo parte da esperienze personali, reali o immaginate. Essendo le mie storie anzitutto fondate sui personaggi, certamente i loro tratti sono il risultato di quello che ho vissuto. Non c’è quindi – almeno credo e in qualche caso spero! – l’autore mascherato dietro questo o quel personaggio, ma certamente ogni personaggio porta con sé parte delle mie esperienze.
Come mai ha preferito ambientarlo in una cittadina di fantasia e non in una grande città? Perchè la piccola città di provincia è la perfetta rappresentazione di un microcosmo in cui possono essere rappresentate con maggiore chiarezza i vari aspetti dell’essere umano. L’ambiente chiuso di Colle Filippo – il nome della cittadina di fantasia che riecheggia quello di Corridonia, dove sono nato – non permette scappatoie: tutto avviene lì, tra quelle persone.
Dove porterà questo libro? Ha delle date per le presentazioni? Con l’editore Castelvecchi stiamo pensando di presentare il libro nei luoghi in cui vivo o ho vissuto: Marche, Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna. Non mancheranno Roma, Milano e Torino, conto di incontrare lettori anche nelle principali fiere nazionali.