“Il declamatore” è il primo album dei Stanislao Sadlovesky, un’esperienza profonda e sensoriale che va oltre i limiti della musica tradizionale. Abbiamo intervistato la band per scoprire ulteriori dettagli sulla creazione di questo lavoro innovativo e sperimentale.
Come è nata la vostra band e qual è stata la vostra principale fonte di ispirazione per iniziare a fare musica insieme?
I due componenti della band, Massimo ed Alessandro, sono stati compagni di radio. L’amicizia è proseguita al di fuori dell’ambito lavorativo e ha dato fisiologicamente vita alla collaborazione artistica.
Avete superato momenti difficili che hanno contribuito a plasmare la vostra determinazione nel perseguire questa passione?
Tutto il processo è avvenuto in maniera abbastanza semplice e veloce, senza grandi intoppi. Le minime difficoltà incontrate e le perdite di tempo ci hanno comunque fatto migliorare a livello di esperienza.
Quali sono i vostri processi di scrittura e composizione? Preferite lavorare prima sulla musica o testi?
Di solito la musica viene cucita sul testo, divenendo una cosa sola. È un processo molto rapido e spontaneo, senza tante correzioni.
Quali influenze musicali o sonore hanno avuto un ruolo predominante nella creazione del vostro nuovo album “Il Declamatore”? E qual è il significato dietro il titolo che avete scelto?
Abbiamo molteplici influenze che hanno contribuito a plasmare il risultato finale, però la più importante è la base di musica elettronica dalla quale provengono le composizioni.
Il Declamatore è Stanislao. È il personaggio da noi inventato, che ci mette la faccia, o, meglio, la maschera.
Potete anticipare cosa i nostri lettori possono aspettarsi dai vostri prossimi impegni?
Per il momento siamo in piena promozione dell’album e dobbiamo occuparci esclusivamente di questo, affiancati dalla Overdub Recordings. Speriamo che venga ascoltato il più possibile, per poter in questo modo arrivare a chi lo può apprezzare veramente.
