Intervista: dietro le quinte del nuovo singolo dei Dittatvra

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In questa intervista, abbiamo l’opportunità di accedere al dietro le quinte di “Sto bene (se mi dici ti amo e poi ti tagli le vene)”. Parleremo con i Dittatvra per svelare le ispirazioni dietro il nuovo singolo, esplorare il processo creativo che ha portato alla sua creazione e gettare uno sguardo nel futuro della musica punk. Preparatevi a un viaggio nell’oscurità della mente umana e nell’audacia artistica dei Dittatvra.

Potreste raccontarci di più sulla vostra interpretazione de ‘La ballata dell’amore cieco’ di Fabrizio De André e su come avete deciso di reinterpretarla in chiave horror punk?
De Andrè letteralmente parla di istigazione all’omicidio e al suicidio, con un cinismo di fondo che non lascia scampo neanche alla carnefice, che alla fine di tutta sta prosopopea si rende conto di essere una poveraccia che non possiede nient’altro che la propria vanità. Era una canzone perfetta per noi.

Il tema della relazione tossica e dell’abuso emotivo è al centro di ‘Sto bene (se mi dici ti amo e poi ti tagli le vene)’. Qual è stata la vostra fonte di ispirazione per affrontare questi temi così complessi?
Sono temi tristemente attuali, e queste cose purtroppo avvengono da parte di entrambi i sessi biologici e di tutte le identità di genere, d’altronde il narcisismo non ha appartenenza. De Andrè ne ha parlato con una chiarezza e una profondità disarmante, quindi abbiamo pensato di riproporlo col nostro stile. Inoltre abbiamo fatto le cose nella maniera più bilanciata possibile: nella canzone di De Andrè (e nella nostra) è una donna a tormentare un uomo, mentre nel nostro video è il contrario.

Il vostro singolo esplora la manipolazione e il controllo all’interno di una relazione, dando voce al carnefice. Qual è stata la vostra principale sfida nel creare un personaggio così complesso e controverso?
La carnefice è da noi vista letteralmente come un demone, qualcosa di non-umano, che non prova alcun tipo di pietà o empatia. Nella canzone di Faber verso il finale la donna viene assalita dai sensi di colpa e dai rimorsi, nella nostra no. Noi volevamo raffigurare un male puro, al punto da non essere definibile umano, ma anzi, appunto, demoniaco. Per questo la canzone trasuda un immaginario rituale e satanico.

Il vostro videoclip di ‘Sto bene (se mi dici ti amo e poi ti tagli le vene)’ è molto suggestivo e ricco di simbolismo. Potreste condividere con noi alcuni dettagli interessanti sul processo di creazione del video e sul significato di alcuni simboli utilizzati?
Il video mostra una ragazza legata a una sedia a cui vengono rasati i capelli in un modo molto crudo. Lei nel corso dell’operazione è a momenti alterni sia spaventata sia accondiscendente sia rabbiosa sia eccitata. Questa ambiguità rappresenta il concetto di relazione tossica, dove ci si fa male a vicenda in un circolo vizioso, perchè anche il carnefice è schiavo della suo stesso narcisismo patologico, della sua cattiveria, e del compiacimento masochista della vittima. È un autoalimentarsi a vicenda nel quale cadono moltissime persone, che bisogna imparare e riconoscere ed evitare il più possibile per tutelare il proprio benessere.

Abbiamo scelto di raffigurare il tutto in questa maniera molto analogica perchè volevamo una metafora concreta, tangibile, e per fortuna abbiamo conosciuto Alessia Palermo, che è stata meravigliosa nella parte, per interpretazione e per resilienza fisica e psicologica.

Quali sono i prossimi passi per i Dittatvra?
Bella domanda. Il futuro è una trappola.

 

- 19/03/2024

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