FABRIZIO DE ANDRÉ. PRINCIPE LIBERO, scritto da Francesca Serafini e Giordano Meacci, sarà nelle sale cinematografiche per un evento speciale il 23 e 24 gennaio 2018 in prossimità dei due anniversari, quello della scomparsa del grande artista genovese, l’11 gennaio 1999, e quello della nascita, il 18 febbraio 1940. Il film andrà poi in onda a febbraio su RaiUno.
Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano ancora oggi quelle che sono di sicuro tra le più belle canzoni italiane mai scritte, cantate da quel Faber che Fernanda Pivano definì “la voce di Dio”. Una voce che milioni di persone in Italia e nel mondo hanno sentito risuonare nel profondo del cuore, capace di scuotere le coscienze, di creare opinioni, di suscitare emozioni e sentimenti di ribellione contro le ingiusitizie. Una voce scomoda e indisciplinata, libera, anarchica, sempre pronta a raccontare le storie degli emarginati, dei diversi, dei diseredati, e a farne parabole appassionate, fiabe, canzoni e preghiere. Una voce sempre alla ricerca della libertà, la voce di un uomo perennemente in viaggio “in direzione ostinata e contraria”, testimone e cantore dell’uomo e delle sue imperfezioni, e sempre permeata di valori come la tolleranza, il perdono, la comprensione, il rispetto, l’amore.
Ad interpretare la poetica vita di Fabrizio De André nel film biografico prodotto da Rai Fiction e Bibi Film, per la regia di Luca Facchini, è Luca Marinelli, mentre il ruolo di Dori Ghezzi è affidato a Valentina Bellè. Nel cast troviamo anche Elena Radonicich, Davide Iacopini, Gianluca Gobbi e un ottimoEnnio Fantastichini.
Il titolo del film si ispira alla citazione del pirata britannico Samuel Bellamy iscritta nelle note di copertina di “Le nuvole” uno degli album più belli di Fabrizio De André:
“Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare.”
FABRIZIO DE ANDRÉ. PRINCIPE LIBERO cerca di raccontare l’intera vita del suo protagonista: dall’infanzia ai capolavori della maturità, passando attraverso il racconto accurato degli anni di Genova, del rapporto con la famiglia e dell’apprendistato formativo svolto nei caruggi della città, contornato da amici vicini come Paolo Villaggio – sarà lui a coniare per De André il soprannome con cui è tuttora noto, Faber – e delicatamente più distanti, come Luigi Tenco. Seguono i primi successi – Mina che porta in televisione la sua “Canzone di Marinella” –, le prime timide esibizioni dal vivo, l’incontro con Dori Ghezzi, la vita da agricoltore in Sardegna fino alle drammatiche pagine del rapimento e al successivo ritorno sulle scene.
Scritta nel 1962, «la Canzone di Marinella non è nata per caso, semplicemente perché volevo raccontare una favola d’amore. È tutto il contrario», spiegava Faber a Luciano Lanza nel 1993. Era nata «da una specie di romanzo familiare applicato ad una ragazza che a 16 anni si era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel Tanaro o nella Bormida da un delinquente. Un fatto di cronaca nera che avevo letto a quindici anni su un giornale di provincia. La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte.» (Intervista a Vincenzo Mollica, 1993). Era questo l’animo di De Andrè.
« e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno come le rose … ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra una stella … bianco come la luna il suo cappello come l’amore rosso il suo mantello »
FABRIZIO DE ANDRÉ. PRINCIPE LIBERO mette in scena il racconto di una personalità unica che ha segnato la storia della canzone e della cultura italiana.Guarda il trailer!
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