Alberto Timossi. SPILLI | Installazione ambientale nel Lago Ex Snia con sistema sonoro di Simone Pappalardo | 17 febbraio 2018 | Lago Ex Snia Roma

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Alberto Timossi

SPILLI

Installazione ambientale nel Lago Ex Snia
con sistema sonoro di Simone Pappalardo

Inaugurazione 17 febbraio 2018 ore 11.00 | Lago Ex Snia | Roma
Lezioni timbriche di naufragio
1. In un inghiotto galleggiare sul sopra del sotto
live electronics audio-video di Simone Pappalardo e Salvatore Insana

24 febbraio 2018 ore 18.00 | dMake | Roma
3 marzo 2018 ore 18.00 | Curva Pura | Roma

Il giorno 17 febbraio 2018 Alberto Timossi e Simone Pappalardo presentano “Spilli”, installazione ambientale nel Lago Ex Snia a Roma.

Il Lago Ex Snia è la conferma che la Natura prima o poi si riappropria sempre e comunque dello spazio che le è stato tolto: nato nel 1993 in seguito agli effetti di una speculazione edilizia, mai riuscita, che aveva intercettato inavvertitamente una falda acquifera, ora il lago ha visto sviluppare un ecosistema straordinario, ricco di specie protette. L’area del lago è in parte di proprietà pubblica: il Forum del Parco delle Energie, che da due anni coordina l’apertura autogestita dell’area, sta lavorando per il suo riconoscimento come Monumento Naturale.

Il tentativo di costruire su un suolo evidentemente inadatto ha permesso alla Natura di recuperare l’area che le era stata tolta, e lo ha fatto con un grande effetto speciale: facendo nascere un lago. La mossa della Natura è astuta, non c’è possibilità di ritorno, la bilancia pesa dalla sua parte: così facendo, ha permesso al suo regno di attecchire, ricordandoci che è nelle sue possibilità continuare a stupirci.

In questo contesto, ad esaltare la sua potenziale magia, apparirà, all’improvviso, un canneto rosso, come una nuova piantagione. Si tratta tuttavia di un avvertimento: i margini sono quasi raggiunti; oltre, la Natura non osserverà più le regole. L’Antropocene è anche questo, il pericolo che il controllo ci sfugga di mano e il “progresso” prenda pieghe inaspettate e non calcolabili a priori.

Il canneto è sottile e folto; sulle punte sono inserite delle capocchie di spillo, sfere che come teste si rivolgono verso l’alto. Le canne ondulano al vento e cantano melodie appena percettibili, alimentando il corpus sonoro già presente nell’oasi urbana.

Gli spilli assumono anche la funzione di indicatori che segnalano ed indicano una realtà in mutazione proprio nell’acqua del nuovo lago: nell’acqua che è sinonimo di vita, di cultura e di civiltà, nell’acqua che comincerà a scarseggiare se il clima non fermerà la sua corsa eversiva.

Gli spilli, costituiti da materiali tratti dall’edilizia non pregiati e non inquinanti, verranno installati, con l’uso di gommone a remi e zattere, in un’unica zona del lago, visibile sia dal prospetto principale, dall’entrata del parco di Via di Portonaccio, sia dal passaggio laterale dove sono presenti le zattere. L’opera quindi si colloca in una zona lontana dalla riva, di fronte all’edificio non finito in cemento armato, senza interferire con i percorsi migratori degli uccelli.

Il 24 febbraio nello spazio dMake e il 3 marzo a Curva Pura, Simone Pappalardo e Salvatore Insana presenteranno “Lezioni timbriche di naufragio – 1. In un inghiotto galleggiare sul sopra del sotto”, live electronics audio-video sul materiale estratto dall’installazione Spilli, paradigma iniziale per il primo di una serie di interventi artistici sul tema dell’affondamento e del naufragio.

Il naufragio è, infatti, anche una condizione esistenziale, un processo in atto che opera sotterraneo nella stasi del nostro disagio quotidiano. I resti di strutture in cemento mai terminate, affioranti dalle acque limacciose del lago Ex Snia, i macchinari da lavoro sepolti dal limo, i mezzi tecnici erosi dall’azione delle melme e deformati dalle alghe sono dunque fotografie di un percorso di disfatta e di rinascita.

La prima lezione timbrica avrà la forma di un live electronics per macchine sonore di Simone Pappalardo e video di Salvatore Insana. I materiali audio e video nascono, in parte, da azioni parassite di appropriazione momentanea dell’opera di Alberto Timossi. Attraverso l’uso di tecnologie povere, microfoni-idrofoni autocostruiti installati nell’opera, obbiettivi artigianali e portatori di difetti, viene proposta un’operazione di assalto, di sabotaggio estetico.

- 06/02/2018

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