Nuovo appuntamento per Suoni in Movimento che domenica 9 giugno si sposta a Netro all’affascinante Centro di Documentazione sulla Lavorazione del Ferro per un Concerto alle ore 16,30 che, sotto l’emblematico titolo di Perle di raro ascolto, vedrà salire sul palco i giovani artisti del prestigioso progetto di Obiettivo Orchestra, nato dall’incontro fra la Scuola APM di Saluzzo e la Filarmonica Teatro Regio Torino, per eseguire due capolavori della grande musica fra fine Ottocento e la prima metà del Novecento: Pierino e il lupo di Prokofiev (1936) e il Quintetto per strumenti a fiato in sol minore P 021 di Ottorino Respighi (1898). Protagonisti del concerto Davide Lantrua al flauto, Nicolò Marengo all’oboe, Michelangelo Lotito al corno, Alan Giraudo al fagotto, Roberta Bruno al clarinetto. Mario Bois nei panni del narratore.
Ad aprire la giornata, come tradizione per questa rassegna fra grande musica e riscoperta del territorio, la visita alle 15,30 degli spazi, intrisi di storia e di fascino, del Centro di Documentazione sulla Lavorazione del Ferro di Netro.
Un appuntamento all’insegna questa volta della Partecipazione: la filosofia che guida Obiettivo Orchestra che nasce proprio da un grande progetto di condivisione fra allievi e docenti con il comune obiettivo di fare della musica un progetto di vita e di lavoro. Ricordiamo che il focus della partecipazione è uno dei quattro pilastri di questa edizione (Inclusione, Inclusione, Tradizione, Green concerts) nuovamente dedicata ad indagare i percorsi del Concerto Italiano.
Ricordiamo che fondamentali per la realizzazione di questa Rassegna sono i contributi di Regione Piemonte, Fondazione CRB e Fondazione CRT, Provincia di Biella, oltre ovviamente agli sponsor che supportano l’iniziativa. Tutti a diverso titolo sempre più consapevoli – fra questi proprio Fondazione CRB – del valore e dell’evoluzione di una rassegna che sta contribuendo da anni alla crescita culturale e non solo del territorio, ma anche e soprattutto dei giovani.
Prokofiev scrisse la fantasia musicale Pierino e il lupo con l’intenzione di rendere più accessibile la musica ai bambini e per questo musicò una favola scritta da lui stesso. Il testo viene recitato da un narratore, mentre i personaggi vengono di volta in volta presentati insieme agli strumenti e ai temi musicali che li caratterizzano. La scelta del compositore nell’attribuire ad ogni singolo strumento musicale un animale è funzionale alla caratteristica timbrica dello stesso strumento. La riduzione musicale che viene proposta è per quintetto di fiati. Così Pierino è qui espresso da flauto, clarinetto e oboe; l’uccellino da un flauto; l’anatra dall’oboe; il gatto da un clarinetto; il nonno è il fagotto mentre il lupo è rappresentato dal corno
Il Quintetto per strumenti a flato in sol minore P 021 di Ottorino Respighi risale al 1898, nel periodo di approfondimento e perfezionamento degli studi in cui il compositore, recatosi in Russia, ebbe come insegnante anche il grande Rimsky-Korsakov. Si può parlare di un’opera di grande nitore, dipinta in gusto tipicamente neo classico. Il lavoro, scritto in due soli tempi, Allegro e Andante, si presenta in tipico stile arcaico, in linea con gli stilemi del compositore, rielaborato con sottile originalità e risultando all’ascolto, come molti dei suoi lavori, diretto e immediato. Anche le strutture corrispondono agli ideali del classicismo. L’Allegro si rifà al modello della forma sonata, con l’aggiunta di una sorta di fanfara d’apertura dalla linea placida e rotonda, in cui man mano si scoprono i timbri dei vari strumenti che a turno intervengono nell’enunciazione. Giunge il primo tema, dove si conferma la notevole capacità di rendere omogeneo il materiale motivico e timbrico in una realizzata osmosi tra le parti: qui emerge, chiaro, nell’esposizione, un disegno di trama intrecciata trasfuso dentro il particolare background timbrico fornito dalla formazione del quintetto a fiati, assai adatto a riverberare atmosfere misteriose e vagamente oniriche. Il tema delle variazioni contenuto nell’Andante è un motivo di sonorità tenero e gioviale, scritto in una trama a quattro parti, escludendo, nell’enunciazione, il flauto. L’arcata del tema delle variazioni si distende placidamente sulle due frasi caratteristiche, prima di venir sottoposto alla serie di varianti. Nella prima il flauto, tenuto in precedenza a riposo, può emergere in tutta la sua aerea mobilità esibendosi in una plastica congerie di disinvolte evoluzioni, mentre nella seconda troviamo tutti i dettami esibiti di un’antica e raffinata danza; la terza variazione è una specie di scherzo danzante e gentile, mentre la quarta, cinguettante e serena sopra la reiterazione di trilli e morbide frasi annuenti, si conclude con una delicata coda reiterante il tema principale.