Stomp Collision: l’intensità di “Unfit for Life”

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Con il nuovo singolo “Unfit for Life”, gli Stomp Collision esplorano alienazione e solitudine attraverso un sound viscerale e sperimentale. Il brano rielabora gli strumenti in modo non convenzionale, creando un’atmosfera tra elettronico e noise.

In questa intervista, la band racconta il processo creativo dietro “Unfit for Life” e il loro ruolo nella scena musicale attuale.

La solitudine e l’alienazione sono temi universali, ma anche molto personali. Come vi siete approcciati alla scrittura dei testi per garantire che il messaggio fosse autentico e risuonasse con il pubblico?
I nostri testi hanno origine da riflessioni personali profonde e introspettive inserite però all’interno di contesti molto comuni soprattutto per i nostri coetanei. Il filo conduttore del disco in uscita non è quello di fornire risposte certe, ma esporre in maniera genuina reazioni e meccanismi sia positivi che negativi che nascono da diverse condizioni. Vogliamo toccare corde profonde nell’ascoltatore, senza filtri, attraverso una intima semplicità.

La vostra musica sembra sempre riflettere una profonda consapevolezza sociale e psicologica. Qual è, secondo voi, il ruolo di una band come la vostra nel contesto culturale e musicale contemporaneo?
Come molte band emergenti ci mettiamo costantemente in gioco cercando di creare un linguaggio ed un modo di esprimersi in musica personale ma che possa essere condiviso anche all’esterno dei singoli membri della band. Noi, nel nostro piccolo, mostriamo la nostra storia ed esperienze, e se riusciremo in qualche modo a contribuire ad una crescita dei nostri contesti di appartenenza potremo solo esserne soddisfatti.

Nel videoclip vediamo la band in un contesto intimo e raccolto, che svela una connessione profonda tra i membri. In che modo questa dinamica personale influisce sul vostro processo creativo?
Il rapporto d’amicizia tra noi cinque è ciò che rende possibile tutto il processo creativo, dall’inizio alla fine della produzione di un brano o di un disco: ogni scelta è sempre discussa e presa in maniera comunitaria, in maniera tale da far convergere le cifre stilistiche di ognuno.
Il nostro modo di comporre, quindi, prevede necessariamente un contatto molto ravvicinato tra tutti i componenti della band, cosa che non sarebbe possibile se non fossimo legati personalmente prima che artisticamente o professionalmente.

“Unfit for Life” utilizza sonorità a tratti caotiche per comunicare il senso di alienazione. Quali strumenti o tecniche avete usato per costruire un sound che fosse così viscerale?
La volontà iniziale era quella di creare un linguaggio a noi nuovo in cui gli strumenti a corda non venissero utilizzato esclusivamente in maniera canonica ma che fosse reinterpretato sia timbricamente che tecnicamente, risultando in una sonorità che vira a tratti verso l’elettronico e il noise.

La scelta di creare un videoclip che mostri il “dietro le quinte” è in controtendenza rispetto ai video musicali più patinati. Quali reazioni sperate di suscitare negli spettatori mostrando questo lato più umano?
Speriamo che il pubblico possa percepire soprattutto un grezzo senso di realismo. Per noi è stato molto importante rompere il ghiaccio attraverso momenti confidenziali, autentici e fragili, manifestando un netto distacco tra personaggio e persona. Inoltre ci piacerebbe che lo spettatore fosse incuriosito dal contrasto tra un brano sfacciato e delle immagini intime.

- 04/02/2025

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