S’intitola ”La chiamavano estate” il nuovo libro del noto artista Pino D’Isola. La storia di un cantante melodico che, senza alcuno studio musicale, approda dalla natia Calabria a Milano negli anni del boom economico emulando Tony Bennett e Frank Sinatra, canta lo swing nei night club più prestigiosi, per poi esibirsi nelle vivaci sale da ballo delle periferie e tra gli ‘urlatori’. Tra balere e ristoranti, compone musica di ogni genere: sudamericana, liscio, lenti, canzoni dialettali e per bambini.
Un racconto che ci trasporta nel mondo di uno dei grandi cantanti della scena musicale degli anni 60.
Oggi, Pino D’Isola è riconosciuto come l’ultimo glorioso rappresentante della canzone confidenziale italiana, appartenente alla scuola di Peppino di Capri, Fred Bongusto e Bruno Martino. Un mondo melodico apparentemente sconfitto da Internet e dai Talent show, snobbato a Sanremo, eclissato da rapper maleducati e rock band, ma che trionfa all’estero. E in Italia? La canzone romantica e confidenziale sopravvive tra i cultori del vinile, nelle trasmissioni delle tv di provincia, su Facebook e alle feste di matrimonio e di paese. Lo swing e il liscio che Pino racconta, è davanti a un microfono, senza censure: non quello di una consolle questa volta, ma di un registratore, manovrato dal giornalista di cronaca, Claudio Bernieri.