L’energia di “My Rules” che scuote e ispira: intervista a Nina Duschek

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“My Rules” è un pugno sonoro che non fa sconti. Nina Duschek costruisce un brano che è più di una semplice canzone: è una dichiarazione di intenti. Con un sound graffiante e un ritornello esplosivo, l’artista trascina l’ascoltatore in un vortice di ribellione e autenticità. Il testo è un atto di resistenza emotiva, un’esortazione a smettere di vivere nell’ombra delle aspettative altrui. La produzione sporca e incisiva amplifica il messaggio, rendendo My Rules un inno perfetto per chi ha deciso di riscrivere la propria storia senza paura.

Nel tuo percorso musicale, come hai affrontato le sfide di rimanere fedele alla tua visione artistica?
Per questo nuovo EP, sapevo di volermi liberare dall’immagine di cantautrice con la chitarra acustica che ho avuto finora, e sapevo anche di voler fare qualcosa che staccasse da tutto ciò, dove non soddisfo le aspettative che qualcuno potrebbe avere di me. Per me è sempre molto importante sentirmi libera e di non cadere in un ciclo dove io faccio qualcosa – musica, in questo caso – che deve per forza piacere a tutti. Non voglio sentirmi intrappolata nel dover soddisfare aspettative, quello non mi è mai piaciuto. Certo, voglio anche che la gente si sente rispecchiata in quello che faccio, ma prima di tutto voglio che la scintilla creativa nasca da me per poter crescere spiritualmente e artisticamente e questo è possibile solo se continuo a darmi la libertà di fare qualcosa che esca dalle aspettative che possono venire dall’esterno.

Come ti senti riguardo all’approvazione del pubblico e alla critica? “My Rules” è un po’ una risposta a chi ti ha giudicato in passato?
Ho sempre avuto questa scissione del voler piacere a tutti ma allo stesso tempo fare quello che voglio fare io. Ovviamente, queste due cose non vanno bene insieme, perché uno esclude l’altro – a parte che è impossibile fare qualcosa che vada bene per tutti! Interagire con il pubblico, sentire le sue aspettative, le critiche, l’approvazione ecc. per me è sicuramente un esercizio e qualcosa con cui sono costantemente confrontata, ma è qualcosa che in prima linea mi riporta sempre verso me stessa. Nel passare degli anni ho capito sempre di piú che è impossibile creare un personaggio che vada bene ad ognuno e che l’unico modo per dare veramente qualcosa al mondo è essere me stessa cosí come sono, con tutti quegli aspetti che possono essere giudicati e disprezzati. Non posso piacere a tutti, e quindi ‘My Rules’ è anche una canzone che ho scritto per me stessa, per ricordarmi che l’unico modo in cui posso vivere la mia vita è seguendo le mie regole. Solo così posso donare la mia autenticità al mondo, che piaccia o meno.

Che ruolo ha la musica nel tuo processo di guarigione personale? È sempre stata un modo per esprimere la tua realtà?
La musica per me è sempre stata un modo per incapsulare un’energia. È uguale se era un momento della mia vita, una persona che ho incontrato con cui ho magari fatto delle esperienze negative o positive, uguale se è una realizzazione che ho fatto… la musica mi ha sempre aiutato a creare qualcosa che posso toccare, qualcosa di concreto, dove quell’energia che provo sta dentro. Questo mi ha aiutato a capire anche me stessa, di dire cose che non direi ad alta voce e di creare un posto dove quelle energie, quei pensieri e sentimenti trovino spazio per vivere. Ogni volta che scrivo una canzone in cui mi sono data la libertà di dire quello che voglio davvero dire, mi sento un po’ più me stessa. E spesso è quando ho paura di dire certe cose che so che sono le cose giuste da dire.

In che modo “My Rules” rappresenta il tuo approccio alla vita e alla carriera? È un manifesto per un nuovo inizio?
Assolutamente. “My Rules” è il primo passo in una nuova era, per quanto riguarda la musica ma anche la mia vita personale. Per tutta la mia vita io ho sempre cercato di assecondare gli altri, di mettermi al secondo piano, di stare zitta quando in realtá avevo cosí tanto da dire, di farmi piccola davanti a quelli prepotenti, che si sentono migliori di me. Mi sono sempre nascosta e in un certo senso anche sentita troppe, troppe volte sbagliata per quello che sono, sempre con la paura che se mi faccio vedere veramente come sono, scateno il delirio e l’ordine delle cose. Ma io oggi so che devo fare esattamente questo. Non siamo qui a vivere la nostra veritá in silenzio, ma la dobbiamo urlare, far splendere, senza compromessi. Almeno io ho capito per me stessa che questo è l’unico modo per sentirmi in pace con me stessa e finalmente giusta cosí come sono. Quindi, anche dal punto di vista musicale, ho deciso di intraprendere una nuova strada: non soddisfare le aspettative che gli altri potrebbero avere su di me, ma mettere finalmente me stessa in primo piano e fare le cose come sembrano giuste a me.

Quanto è importante per te l’idea di indipendenza e di “giocare secondo le tue regole” nella tua carriera musicale e nella vita quotidiana?
È molto importante. Secondo me, senza questa indipendenza io non sarei in grado di fare quello che sto facendo. Giá salire su un palco sarebbe impossibile, poiché starei lí a pensare a chi piaccio e a chi non piaccio, cosa devo fare per piacere a tutti ecc. Non potrei mai scrivere canzoni che dicono quello che voglio veramente dire. Quello che noi vogliamo veramente dire, la nostra autenticità, non è qualcosa che piace a tutti, ma ho capito che piacere a tutti non è neanche il ruolo dell’autenticitá. Io vedo l’autenticitá come un dono che noi diamo al mondo. Un qualcosa che piace o non piace, ma in prima linea ti tocca. Penso che senza di essa sarebbe impossibile scrivere canzoni che vanno al cuore, sarebbe impossibile raggiungere quella gente che ha vissuto le stesse cose come me e che si sente rispecchiata in quello che faccio e in quello che voglio trasmettere. Quindi sí, giocare secondo le mie regole e fare le cose come sembrano giuste a me, è l’unico modo per sentirmi soddisfatta, in tutti gli ambiti della mia vita.

- 17/03/2025

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