“In Discoteca”, il nuovo singolo di Mirko Santini è un vero e proprio affresco contemporaneo in musica. Nel testo si parla di un amore deleterio, col protagonista che non riesce a prendere le distanze da una donna, tanto fatale quanto ambigua, la quale si fa viva solo e soltanto quando le torna utile. Di conseguenza, egli si sente bloccato tra la propria brama passionale e la tensione irrisolta. Come se non bastasse, poi, il protagonista risente altresì di un contesto familiare non rassicurante, fatto di incomprensioni e silenzi, nonché di una profonda incertezza per il proprio avvenire che tutto offusca: e questo, come è facile immaginare, contribuisce a dare alla sua situazione così frustrante un “condimento” altrettanto amaro. Eppure, nonostante un simile marasma interiore, pare che sopravviva un pizzico di impulso vitale. Viene da pensare, a tal proposito, a una citazione di Albert Camus: “Nel profondo dell’inverno ho finalmente imparato che dentro di me c’era un’estate invincibile.”
Musicalmente, abbiamo un arrangiamento elettronico vivace e orecchiabile, che richiama lo stile degli anni ‘80: un clima, questo, perfettamente adatto a descrivere l’atmosfera delle piste da ballo. Tuttavia, grazie a questa scelta sonora, a maggior ragione Santini enfatizza il contrasto tra l’euforia che, teoricamente, dovremmo respirare in questi ambienti, e il vuoto che, nella pratica, il protagonista si sente addosso. Sembra come se il nostro Santini, parafrasando Bret Easton, volesse dirci che tutto, il mondo stesso, è superficiale.
“In Discoteca”, pertanto, si presenta come uno spaccato molto schietto di un’epoca divisa tra la debolezza e l’aspirazione. Anche ballandoci su, però, riusciremo a riscoprire qualcosa di noi stessi.