Esce ‘Jericoacoara’. Il nuovo singolo di Pelle

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Dalla periferia di Milano di 23:23 alla natura del Brasile. Il nuovo singolo di Pelle, il ‘giocoliere delle parole in trap’ che parla di rinascita

Partito dalla periferia di Milano con “23:23”, proseguito poi “Felice Davvero”, il viaggio in musica di Pelle, nuova sfida dell’etichetta rap underground per eccellenza, Quadraro Basement, prosegue raggiungendo il Brasile di “Jericoacoara”, singolo in uscita il 20 marzo e altro assaggio dell’album di debutto del rapper, Assolo.

La trap d’autore di Stefano Pellegrino continua con il raggiungimento di una sorta di pace interiore legata alla natura, alla bellezza, alla riscoperta delle piccole grandi cose che “Jericoacoara” rappresenta.

Dopo la depressione confessata, reale ed esplicita di “23:23” – brano con cui a gennaio 2020 ha iniziato a raccontarci la sua storia – e la fragilità di “Felice Davvero”, con “Jericoacoara”, Pelle non ha paura di affermare: “oggi amo la mia vita, amo la vita in generale, domani sarà un’altro giorno.  A volte ci toglie tutto spogliandoci di ogni convinzione mettendo la nostra anima a nudo, ma poi esplorando i tuoi sentimenti fino ad arrivare alla radice dell’albero ti accorgi che le foglie prima o poi spunteranno. Basta saper aspettare che arrivi la giusta stagione”.

Un messaggio che arriva attraverso un brano trap indubbiamente rispondente al genere del momento, ma che al tempo stesso lo travalica andando oltre, nella sua attenzione alla sonorità stessa delle parole, andandole a gestire con stile, in chiave poetica e attenta.

Più di un paradiso in terra. Più del vento, delle palme e delle maestose dune che la circondando. Più dell’oceano e della sua imponenza, della sabbia fine e delle notti stellate. “Jericoacoara” è vita. Una parola che prende davvero forma attraverso l’unione, il rispetto, la gratitudine, i sogni, l’umiltà, i sorrisi, l’allegria, la fiducia e l’amore. Contare su se stessi non deve per forza essere un compromesso o una situazione da mandare giù perché inevitabile, ma può essere normalità e serenità al contempo.

“Una guida locale mi ha detto che Jericoacoara è uno dei pochi posti al mondo dove non solo puoi sentire il vento, ma puoi anche vederlo. Oltre al vento qui riesco anche a vedere la mia direzione. 
Alzo e abbasso lo sguardo appoggiato ad una palma sulla sabbia, ammiro il mare e le onde che si frastagliano poco alla volta sulla tavola piatta del bagnasciuga, fino ad arrivare a toccare una piccola imbarcazione dal colore acceso; poi fisso il cielo, le luminose stelle che lo riempiono e la luna, che questa sera sembra abbia voglia di comunicare con me, come se solo per questa volta avesse il potere di ascoltarmi. L’oscurità all’orizzonte tiene legati l’oceano ed il cielo quasi a non riuscire a distinguere più l’uno dall’altro. Le persone sono maestre nell’essere fragili e capaci di sentire una mancanza in ogni vuoto che cerchiamo di riempire. Ma non io, stasera per lo meno. Questa sera non ho bisogno di nessun legame, di nessuna voglia di riscatto, di nessun vizio. Questa sera mi basto. Il contatto dei cinque sensi con questa terra incontaminata mi dà una visione nuova sul quadro delle cose. Si può essere davvero completi nell’incompletezza e nell’incomprensione”. 

“Jericoacoara” è l’ultimo singolo prima di conoscere l’album di debutto di Pelle, Assolo: un concept album, il viaggio di una generazione alla scoperta e alla ricerca della serenità attraverso un sound rap e pop dai contenuti quotidiani affidati a un uso della parola ragionato e attento. Dentro ci sono i viaggi di Stefano, gli incontri e la vita di un giovane 26enne “di provincia”: ci sono Milano, Londra, Barcellona, Jericoacoara, Miami e Ibiza. C’è il suo modo di amare, il modo di amare di un’intera generazione, c’è voglia di amare e di sentirsi amati.

- 20/03/2020

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