Call Back è il nuovo podcast di Camilla Bianchini, prodotto da Blackcandy Produzioni. Nato inizialmente come monologo teatrale e poi diventato un romanzo pubblicato da Bertoni Editore, il progetto si è trasformato in una serie audio che esplora le sfide della generazione Millennial.
La protagonista, Nina, affronta con ironia la precarietà e le difficoltà lavorative. Il formato audio consente a Camilla di sperimentare un nuovo linguaggio espressivo, affidandosi esclusivamente alla voce per emozionare il pubblico.
L’intervista completa svela i retroscena di Call Back, il processo creativo e i consigli di Camilla per chi sogna di lavorare nel mondo dello spettacolo.
Camilla, “Call Back” nasce prima come romanzo e poi diventa un podcast. Com’è avvenuto questo passaggio?
Ciao e grazie per l’invito! In realtà inizialmente avevo pensato a Call Back come a un monologo teatrale tragicomico, poi però mentre scrivevo erano così tanti i personaggi e le situazioni che avevo in testa che ne è nato spontaneamente un romanzo che è stato pubblicato da Bertoni Editore. Successivamente, nelle varie presentazioni che ho fatto in giro per l’Italia, mi sono resa conto di quanto mi divertisse leggerne dei passaggi al pubblico che reagiva con entusiasmo alla lettura , così ho pensato: perché non farne un fictional podcast? Grazie al team della Blackcandy Produzioni che ha subito creduto nel progetto, lo abbiamo realizzato.
Il podcast dà voce a una generazione, quella dei Millennial, con tutte le sue incertezze. Quanto c’è di autobiografico in Nina?
Nina è un personaggio totalmente inventato, un personaggio che avevo pensato appunto per poter essere poi interpretato quindi come recitazione potenziale è molto sulle mie corde, per quanto riguarda il carattere forse una cosa che ci accomuna è l’ironia con cui Nina affronta le sue sfide quotidiane, specie quelle lavorative. Quando scrivo mi risulta più semplice e naturale scrivere di ciò che conosco o ho osservato da vicino ed essendo attrice per alcune dinamiche lavorative che emergono nel podcast mi sono ispirata alla realtà ovviamente enfatizzando ma in fondo si sa che la realtà spesso supera la fantasia
L’ironia è un elemento chiave del podcast. Quanto è importante per te affrontare la precarietà con leggerezza?
Ecco, questa domanda si lega alla precedente, ripeto come il personaggio della protagonista del podcast Nina anche io utilizzo molto l’ironia nella mia vita e mi spiazza il fatto che nasce sempre da situazioni di disagio che mi accadono o che osservo. L’ironia ci salva, sempre.
Hai lavorato tra teatro, cinema e televisione. Ora anche il podcast. Come cambia la recitazione in un formato solo audio?
Credo che, quando si parla di recitazione, possono sicuramente cambiare i registri, appunto in un formato audio ti devi affidare esclusivamente allo strumento della voce però almeno secondo me l’obiettivo è sempre lo stesso: mettersi al servizio di un personaggio, di una storia e renderla il più credibile possibile e soprattutto arrivare a smuovere emozioni in chi ti ascolta o guarda.
Ultima domanda: qual è il tuo consiglio per chi, come Nina, cerca ancora il proprio posto nel mondo dello spettacolo?
Non sono brava a dare consigli anche perché ne avrei bisogno io! Però posso consigliare una cosa che a me è sempre stata utile, cioè, agire, non stare mai fermi in attesa di essere chiamati. Il lavoro dell’attore può sembrare passivo perché serve sicuramente che qualcuno ti chiami e ti scelga per lavorare però nel frattempo ci si può mettere in moto e creare monologhi ,corti, unirsi con altri attori e autori anche è importante, fare squadra perché menti creative se lavorano insieme possono arrivare lontano.