Il disco, composto da 12 tracce, segna un’evoluzione nel percorso dell’artista romagnolo, che sceglie di esplorare nuove sonorità e tematiche, spostandosi verso un linguaggio più legato al rap e alla trap contemporanea.
Con questo progetto, BEART si allontana dalle influenze swing/rap che avevano caratterizzato i suoi lavori precedenti, per abbracciare un’estetica più diretta, ma comunque attenta ai contenuti. L’obiettivo è raccontare se stesso in modo più libero, mettendo in dialogo il proprio vissuto con le sonorità urban attuali.
Nel corso dell’album si alternano momenti più personali e riflessivi a tracce più tese e dichiarative. BEART utilizza questi due registri per mostrare diverse sfumature del proprio approccio alla scrittura, mantenendo sempre uno stile riconoscibile. Le produzioni – firmate da Neezy, Bongi e Francis P – contribuiscono a dare coerenza all’intero progetto, muovendosi tra atmosfere scure, ritmiche veloci e aperture melodiche.
Tra le collaborazioni presenti nel disco c’è quella con Solo Manuel, nel brano Freaky. Un altro momento significativo è Non Mi Ero Girato, accompagnato da un videoclip realizzato in collaborazione con Loc Records e diretto da Federico Cappellini e Nicolò Filippini. Il video rafforza il tono narrativo della traccia, con una regia dal taglio cinematografico.
BEARTAPE è un lavoro che riflette l’urgenza di raccontarsi senza filtri, ma anche la volontà di confrontarsi con nuove direzioni sonore. Un disco che unisce cura e spontaneità, e che rappresenta un passo concreto nella crescita artistica di BEART.